La cenere sporca, il fuoco purifica
Ger 17,5-10 Sal 1 Lc 16,19-31
“C’era un uomo ricco”, ed ecco il ritratto: “indossava vestiti di porpora e di lino finissimo”. Oggi potremmo dire che vestiva alla moda e firmato da capo a piedi. E ogni giorno si dava a lauti banchetti - da cui emerge una grande fame interiore, che egli cerca di sopire con grandi abbuffate.
Il ricco non ha nome: identificandosi con le cose non ha un volto ed è incapace di relazionarsi con gli altri. Il "ricco" è un personaggio rappresentativo dell’intera categoria di coloro che vivono pensando solo a se stessi e che conducono un’esistenza lussuosa, consacrata al dio consumo.
Lo sfarzo della sua esistenza nasconde la miseria della sua vita.
La Quaresima inizia con il gesto della cenere, ma termina con quello del fuoco nella notte pasquale. Il nostro cammino quaresimale è alla rovescia. Cenere all’inizio, fuoco alla fine. La cenere sporca, il fuoco purifica; la cenere parla di distruzione e morte, il fuoco è fonte di vita, di luce e di rigenerazione. Il lavorio interiore che dobbiamo fare, in questo tempo di Quaresima, è espresso dalla consegna che ci è stata affidata con l’imposizione delle ceneri: «Convertiti e credi al Vangelo». Il Vangelo di questo giorno ci offre un’indicazione preziosa per vivere questo cammino a ritroso e perciò come realizzare la conversione – il diventare fuoco: accorgersi degli altri, prendersi cura dei nostri fratelli, soprattutto dei più deboli e più bisognosi. Non soltanto durante la quaresima, ma sempre.
fr. Vincenzo Caprara
Casa S. Domenico di Fiesole