Quei pesanti fardelli
Is 1,10.16-20 Sal 49 Mt 23,1-12:
Gesù, nel brano di vangelo, nota che scribi e farisei legano fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente. Noi, oggi, probabilmente ci aspetteremmo che Gesù riprenda duramente questo loro modo di fare e che chiarisca, una volta per tutte, che i fardelli devono essere drasticamente ridotti. Non è possibile portare tutto quel peso! Gesù deve per forza ridurli quei fardelli e renderne più facile il trasporto, se vuole che si possano portare. E poi perché porli sulle spalle?
In poche parole, da un lato ci aspetteremmo maggiore comprensione da parte del Signore verso quelli sui quali vengono posti questi fardelli e, dall’altro, maggiore severità verso coloro che sembrano confezionarli.
E invece cosa dice Gesù?
Gesù dice che bisogna praticare e osservare tutto ciò che dicono scribi e farisei; quindi sembra approvare la loro predicazione. Quello che a Gesù non piace di loro è soltanto il fatto che, quei fardelli, essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Pertanto, quello che Gesù vuole da noi non è, per usare un’altra sua immagine, la richiesta di un allargamento della porta o di un ampliamento della via che conduce alla vita (cf Mt 7,13-14), ma la richiesta di poter noi “rimpicciolirci” al punto da non avere difficoltà a passare là dove si potrà veramente essere esaltati. Infatti, chi si esalterà sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.
La strada verso la gloria è quella del rinnegamento di se stessi e non quella della ricerca di essere ammirati dalla gente ed essere riconosciuti come superiori (maestri, padri, guide). Superiore, dice Gesù, è uno solo (…) e voi siete tutti fratelli.
fr. Maurizio Pantoli
Casa Santa Maria del Rosario in Prati, Rom