Pregare per l'amico dell'ultimo minuto
Dt 26, 16-19; Sal 118; Mt 5, 43-48
La liturgia della Parola di oggi si muove lungo un parallelo tra la stipulazione e i precetti della Prima Alleanza e l’Alleanza definitiva che risuona nel Vangelo: Gesù è il nuovo Mosè che dall’alto del monte proclama le condizioni definitive dell’appartenenza al Regno. Non si tratta di abolire la legge antica, ma di darle compimento (Mt 5,17), svelando le esigenze fin dal principio implicite in essa, laddove la si pratichi “con tutto il cuore e con tutta l’anima”, come già accennato nella I° Lettura. Ciò corrisponde allo spirito dell’itinerario quaresimale, in cui l’osservanza esteriore non basta, ma occorre rinnovarsi nella mente e nel cuore. Il precetto dell’amore dei nemici segna il punto di arrivo di questo cammino di conversione: esso indica infatti non solo il vertice dell’amore teologale verso il prossimo (“siate perfetti”), ma anche ciò che caratterizza in maniera più inconfondibile il discepolo di Gesù nella comunità degli uomini (”non fanno così anche i pubblicani?”… “non fanno così anche i pagani?”).
Dovunque si viva in maniera autentica questa dimensione si ha la possibilità di fare esperienza di qualcosa che tocca il nucleo stesso e l’essenza del messaggio evangelico. Lo testimonia in tempi recenti la vicenda dei sette monaci uccisi a Tibhirine in Algeria, nel 1996, il cui priore fr. Christian de Chergé, aveva perdonato e pregato in anticipo per “l’amico dell’ultimo minuto”, che senza sapere ciò che faceva, gli avrebbe tolto la vita. È in fondo quella logica del “perdersi per ritrovarsi” (Mt 10,39) lungo la quale Gesù invita ciascuno di noi, come discepolo, a seguirlo.
fr. Daniele Aucone
Convento san Domenico di Pistoia