Oggi deponi le armi
Ez.18,21-28; Salmo 129; Mt.5,20-26
Il profeta Ezechiele, piaccia o meno, ha ragione dicendoci che la nostra condotta non è retta agli occhi di Dio. La Quaresima è il tempo propizio per prendere coscienza sulla prevalenza e la potenza corruttiva del peccato nella nostra natura umana. Infatti, il racconto cristiano dell'azione decisiva di Dio a nostro favore nella vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo ha senso solo se siamo convinti dell'esistenza del peccato e i suoi effetti distruttivi in noi. Il peccato non è qualcosa che misteriosamente capita di tanto in tanto a noi ma piuttosto una cosa che facciamo. Esso è, invece, una posizione di resistenza che più o meno consapevolmente e liberamente assumiamo contro Dio.
L'Umanità peccatrice è simile ad una banda di rivoltosi che devono arrendersi e deporre le armi e accettare le condizioni dettate da Dio stesso per essere perdonati e reintegrati nella Sua amicizia. Non basta una piccola modifica qua e là nel nostro impianto morale. Si tratta di disimparare ogni giorno tutta la presunzione e auto-compiacenza che si è infiltrata nel nostro DNA nel corso dei secoli. Ecco cosa significa pentirsi! Ma, pentirsi è difficile e dato il fatto innegabile che siamo dei ribelli incalliti, il pentirsi non è più un'opzione fattibile per noi senza un aiuto speciale. E, allora, il Figlio unigenito del Padre con la Sua vita, morte e risurrezione ha compiuto il pentimento amoroso e necessario a nostro favore, e ha realizzato per noi, stranamente, ma nel modo giusto ora, l'antico suggerimento diabolico: "Voi sarete come Dio." Non ci resta altro che contemplare e ringraziare la Divina ironia nei nostri confronti.
Fr. Alfred White,
Convento san Domenico di Siena