Ed il cielo l'ascoltò
Est 4,17k-u - Sal 137 - Mt 7,7-12
La prima lettura di oggi ci porta in un mondo antico, lontano, e ci narra della prostrazione del popolo d’Israele alle angherie ed alla volubilità dei governanti, essi oramai avevano appeso le cetre e non riuscivano a cantare i canti di Sion in terra straniera (Sal 136). Erano oramai disperati, il mondo con tutta la sua bruttezza vi si voleva scagliare contro ma dalla prostrazione umana una voce si levò al cielo ed il cielo l’ascoltò e la esaudì.
Le parole colle quali la regina Ester si rivolge al Signore dei Padri nostri sono commoventi, leggendole un brivido ci scuote e ci immedesimiamo nella sua angoscia, angoscia che è anche la nostra. Infatti ognuno di noi nella sua vita avrà provato questo stato, questo sentirsi disperati e privi della mano del Signore.
Egli tuttavia in molti modi ci vuole ricordare che non siamo abbandonati ad un destino angoscioso, Egli sempre ci ascolta, tende la sua mano per risollevarci dalle tenebre e dall’ombra di morte (Sal 87), e le parole del Vangelo ci indicano il metodo attraverso il quale possiamo essere liberati, infatti chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto (Mt 7,8).
Il tutto sta in un atto di umiltà, nel prostrarsi non davanti agli uomini ma al Signore dei Signori e chiedere, ed Egli che è Padre ci accoglierà fra le sue braccia ed il Suo Amore ci salverà.
fr. Manuel Russo
studente Convento Patriarcale di S. Domenico in Bologna