Non è lecito far fuori qualcuno
Sabato 15 Novembre Papa Francesco ha incontrato nell'Aula Paolo VI oltre seimila rappresentanti dell'Associazione medici cattolici italiani. Non ha utilizzato mezzi termini nel parlare di temi scottanti quali l'aborto, l'eutanasia e la manipolazione della vita: “Alla luce della fede e della retta ragione, la vita umana è sempre sacra e sempre «di qualità»”.
Dinanzi ad un mondo che chiede "ammodernamenti", cambiamenti da parte della Chiesa Cattolica, il Papa con queste sue parole ha manifestamente dimostrato come l'insegnamento cristiano non è cambiato, e soprattutto non può cambiare. Eh sì, perché la vita non è come una moda, che oggi c'è e domani passa, ma è quell'elemento fondamentale e fondante tutta la nostra esistenza. Pensiamoci bene: se noi non fossimo nati, potremmo stare qui a parlare di certe cose? No. Senza la vita non esistono diritti: la vita infatti è ciò che da senso ai diritti e ai doveri. Può il vento, per esempio, avere diritti? No. Quindi...
“Questo è ciò che voi, medici cattolici, cercate di affermare, prima di tutto con il vostro stile professionale. La vostra opera vuole testimoniare con la parola e con l’esempio che la vita umana è sempre sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata". Il mondo sanitario, quest'oggi, si sente da più fronti spinto ad "adeguarsi" a quelli che vengono definiti diritti, come per esempio il "diritto all'aborto", il "diritto all'eutanasia", il "diritto al figlio" (ormai introdottosi anche in Italia grazie alla legge che "sdogana" la fecondazione artificiale eterologa).
La vita umana è sempre sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata ... [Papa Francesco]
Il Santo Padre ha voluto dare nuovamente coraggio a tutti i medici cristiani (e non), ribadendo loro che "se il giuramento di Ippocrate vi impegna ad essere sempre servitori della vita, il Vangelo vi spinge oltre: ad amarla sempre e comunque, soprattutto quando necessita di particolari attenzioni e cure". E quali sono questi tragici momenti, se non quando – per esempio – una madre desidare abortire il proprio figlio, un uomo o una donna decidono di togliersi la vita, o quando il figlio diventa "oggetto" più che dono fatto ai genitori?
Dinanzi ad una "cultura della morte" (come disse il Papa S. Giovanni Paolo II), l'atteggiamento del cristiano, e più specificamente del medico cristiano, deve essere quello del Buon Samaritano che "vede, ha compassione, si avvicina e offre aiuto concreto". Il Papa ha infatti ripetutamente incoraggiato i medici a farsi carico di tutte queste sofferenze, "avendo cura in modo particolare degli anziani, degli infermi e dei disabili", anche se ciò dovesse richiedere scelte coraggiose come "l'obiezione di coscienza". Il Santo Padre infine detto con vigore che "dire a Dio «No, la fine della vita la faccio io, come io voglio»" è un peccato contro Dio Creatore, e a ciò occorre pensare bene.
Sforziamoci di seguire l'esempio di Cristo e l'insegnamento della Chiesa che, nel nostro cammino verso il Regno dei Cieli, ci è Madre e Maestra (come amava definirla il Santo Papa Giovanni XXIII), e facciamoci concretamente prossimi, come ci chiede Papa Francesco, a coloro che soffrono, continuando a testimoniare al mondo, nonostante tutto e tutti, che il nostro "non è il Dio dei morti, ma dei vivi" (Mt 22,32).
fr. Fabrizio P. M. Cambi, O.P.