DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Sono case anche nostre!

sonocaseanchenostreQuelle case marchiate con la lettera araba “nun”, l’iniziale di Nassarah, parola araba per indicare i “cristiani” sono anche case nostre. Sono le case dei cristiani che da un giorno all’altro hanno lasciato tutto per scappare sotto la minaccia di un gruppo islamico che si è autoproclamato stato.

A chi non è musulmano rimangono tre opzioni: convertirsi, pagare la Jeziah (una tassa di protezione per i non musulmani e che supporta la sharia) oppure la spada. I nostri fratelli, migliaia di cristiani, hanno scelto la prima strada. Sono partiti perdendo tutto e lasciandosi alle spalle le loro case marchiate! Il giorno dell’Assunzione la CEI ha indetto una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati.

Il titolo, che è anche e soprattutto un invito è: « Non possiamo tacere ». Dobbiamo prima di tutto urlare a Dio la nostra preghiera, accompagnata da segni di conversione: preghiera per la pace, preghiera di conforto e coraggio per i nostri fratelli perseguitati. Ma non possiamo neanche tacere nella nostra società, perché di fronte al genocidio dei cristiani d’Iraq c’è un silenzio praticamente totale della comunità internazionale. Perchè? Quali sono oggi gli interessi? Ciò che occorre salvare  è la convivenza tra islamici e cristiani in Iraq, non, ancora una volta, solo gli interessi economici. Perchè gli aerei americani sono intervenuti solo in Kurdistan? Forse perchè lì è la sede amministrativa e il bacino del petrolio?
Un nostro confratello domenicano, ringraziando tutte le forme di vicinanza ricevute in questo periodo, e soprattutto della preghiera, ci invita anche all’azione .
Concludo riportando le sue parole e il suo invito, questa volta concreto, per ognuno di noi:  

1.    Svegliare il mondo e l’opinione pubblica attraverso le vostre grida nei media, la stampa, le manifestazioni, le interviste, le conferenze. Bisogna parlare senza sosta e presentare la situazione così com’è senza paura.  
2.    A mio modesto parere, esistono nel mondo delle organizzazioni internazionali non governative e anche delle organizzazioni della società civile, non bisognerebbe contattarle e invitarle ad aiutarci?
3.    Le conferenze episcopali cattoliche del mondo intero e soprattutto dei paesi che hanno un peso all’ONU possono aiutarci se lo desiderano.
4.    L’ordine potrebbe fare qualcosa per noi attraverso il suo rappresentante alle Nazioni Unite, fra Mike Deeb, O.P. .
5.    E’ il momento di vivere il Vangelo con noi non solo a parole, ma anche nei fatti. La forza della preghiera è importante, ma anche i gesti.
6.   Se voi conoscete degli uomini politici e degli uomini d'affari di buona volontà contattateli presentandogli la nostra situazione, sono utili in questo momento perché noi siamo in una situazione deplorevole.
7.    Qualsiasi cosa succeda, nonostante tutto, la nostra responsabilità davanti al nostro Salvatore è di continuare la sua opera in Iraq che esiste da 2000 anni; la nostra chiesa in Iraq vuole continuare la sua missione, ma non da sola, perché è debole, e talmente ferita da avere bisogno di un buon Samaritano. Dov’é ?
8.    Se avete un po’ di tempo per eleggere il libro «Les chretiens aux bêtes» di Jacques Rhétoré che parla dei massacri dei cristiani dagli ottomano un secolo fa sappiate che la storia si ripete oggi in Iraq.

Dal profondo del mio cuore vi ringrazio della vostra collaborazione e del vostro sostegno. La mia preghiera vi accompagni.

Che il dono della preghiera dei nostri fratelli perseguitati svegli le nostre coscienze!

fr. Gian Matteo Serra, O.P.

 

 

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