E' così che finisce tutto?
E’ il giorno in cui la Chiesa sosta presso il sepolcro del suo Signore, in silenzio adorante per il dramma della violenza che si è abbattuta sul solo Giusto. Ma quali sono i sentimenti che in questo giorno prendono dimora nel cuore di ciascuno di noi? E’ il sentimento di chi pensa che tutto sia finito, che i germi di speranza che ha fatto fiorire nel cuore di tanti suoi contemporanei, tra cui i discepoli di Emmaus, siano stati devitalizzati dal dramma realizzatosi sul Golgota? E’ il sentimento dello smarrimento e della paura che ha fatto disperdere il gruppo dei suoi discepoli nonostante che avessero “conosciuto” la vita quotidiana del Maestro più da vicino e fossero stati informati sulla necessità di seguirlo sul sentiero della Croce?
Oppure è il sentimento di Maria di Magdala e delle altre donne che lo hanno seguito fino ai piedi della Croce? Il loro cuore, pur ferito dallo scandalo della crocifissione, palpita di trepida speranza per la fede che ancora pongono sulla promessa di Gesù:
“Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà” (Mc. 9,31). Il loro correre al sepolcro, al sorgere dell’alba il primo giorno della settimana, è reso più spedito da questa speranza che coltivano nel loro cuore. Allora questo è il sentimento che ci dovrebbe accompagnare in questo giorno di silenzio e di adorazione.
fr. Daniele Cara,
Convento S. Maria Novella, Firenze