Non una sfilata storica
Is 50,4-7 Sal 21 Fil 2,6-11 Mt 26,14- 27,66
La Domenica delle palme o della passione del Signore con il suo piccolo o grande corteo in cui si rievoca l’ingresso del Signore in Gerusalemme, non è lo schieramento dell’apparato religioso. Non è la sfilata storica della gerarchia ecclesiale, non è ancora, l’azione dimostrativa dell’efficienza dimostrativa delle nostre strutture. Non è per niente il paradigma delle nostre più o meno capacità organizzative. Ma è la celebrazione gaudiosa, gloriosa, luminosa e dolorosa, anzi dolorosissima di un mistero di comunione che ci afferra e ci scuote, ci entusiasma ma anche ci fa star male. Diceva Boneffer: gli uomini vanno a Dio nella loro tribolazione, piangono per aiuto, chiedono pane. Così fanno tutti ! I cristiani invece stanno vicini a Dio nella sua sofferenza. Che differenza, l’esigenza di una vera innamorata sequela, non è ammirare il Signore, ma accompagnare il Signore, mentre si consegna alla notte più nera.
So che Gesù è vero Dio e vero uomo, so anche che non venuto nel mondo con la pretesa che lo comprendessimo appieno. Ma come dice Santa Caterina, Cristo si è fatto ponte tra terra e cielo perché potessimo aggrapparci a Lui, afferrandoci alla sua croce e lasciandoci trasportare da Lui, verso il regno della vita. Solo la croce, questa croce che ultimamente è scomoda, fastidiosa, provocante, ebbene questa croce, dissolve ogni dubbio, è lo svelamento supremo di Dio. La croce è l’abisso dove Dio diviene il mio, il tuo , il nostro amante per sempre. Sì, perché Gesù dalla croce regna con amore, Gesù dalla croce salva per amore, Gesù dalla croce giudica nell’amore.
Fr. Alfredo Scarciglia
Convento San Domenico Siena