Eccellente è la tua bontà
Ho sperato nella tua misericordia eterna. Quanto eccellente è la tua bontà, Signore; se ho speranza, è nella tua misericordia.
Non permettere che io resti confuso; in tanti ti supplichiamo: ricordati di tutti, Signore, sempre; abbi pietà di tutti, Signore dell'universo, riconciliati con ognuno di noi. Dona pace alle masse del tuo popolo; stempera le offese; abroga le guerre; blocca al loro sorgere le ideologie. Pace e amore concedili tu a noi, Dio, nostro Salvatore, speranza di tutti i confini della terra.
John Henry Newman
E’ questo incontro- tra l’agire di Dio e chi accoglie la sua Parola- che trasforma radicalmente una persona. Prima potevamo avere solo “il desiderio di fare il bene, ma non la capacità di compierlo” (Rm 7,18), perché la Parola di Vita non ci aveva ancora trasformati, non ci aveva ancora resi buoni. La capacità di compiere il bene ci è stata data quando siamo rinati dalla Parola del Dio vivente. San Paolo lo dice in modo incisivo: «Ciò che era impossibile a causa della debolezza umana, Dio lo ha reso possibile mandando il Figlio suo in una condizione umana simile a quella del peccato, perché ciò che è giusto (= buono) si adempisse in noi che camminiamo secondo lo Spirito» (cfr. Rm 8,1-4). Ora, noi sappiamo che lo Spirito è forza, è potenza e che il frutto dello Spirito è l’Amore, quell’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori (Gal 5,22; Rm 5,5) e che è fonte di bontà. È l’Amore che ci rende buoni, è l’Amore che ci mette in piena sintonia con la forza trasformatrice dell’agire di Dio che salva. “Camminiamo dunque secondo lo Spirito”: è un primo invito, dopo essere nati dalla Parola di Dio, a intraprendere il cammino della bontà, a essere luce nel Signore, che ci ha fatti passare dalle tenebre alla sua luce. Ora il frutto della luce si manifesta in ogni genere di “bontà, giustizia, verità”. Si apre davanti a noi un nuovo ideale di vita. Forse ci spaventa, ma ormai è chiaro che il cammino non lo percorriamo da soli, ma con la forza di Dio. E siamo certi che Colui che ha iniziato in noi la sua opera di salvezza la condurrà a termine nel giorno di Cristo Gesù, cioè nel giorno in cui la salvezza sarà piena. Queste considerazioni ci richiamano l’idea di una vita come un perenne divenire: si inizia quando si nasce e tutto deve tendere verso la maturità. Infatti, Dio ci ha creati per compiere quelle opere buone che lui ha preparate perché in esse camminiamo (Ef 2,11). È Dio che ci ha tracciato un programma di vita. Nulla si improvvisa nella vita. Nulla è perfetto all’inizio, ma tutto tende verso la perfezione o, come si legge nella Lettera agli Ebrei, verso “i beni futuri”, cioè verso quel bene che è il possesso della vita eterna (Eb 9,11; 10,1). L’essere “creati per compiere il bene” ci qualifica come persone buone. Ma la nostra bontà e il nostro essere buoni si rivela solo quando facciamo il bene, solo quando chi ci guarda nel nostro fare il bene, sente il bisogno di dire a se stesso, quello che si diceva di Gesù: “Ma costui è veramente buono”. Ed è questa constatazione che fa loro capire che “colui che è buono” è rivelazione della bontà di Dio, come lo è stato Gesù.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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