Vieni, Signore
Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e, dunque, vieni sempre, Signore. Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e, dunque, vieni sempre, Signore. Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e, dunque, vieni sempre, Signore. Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e, dunque, vieni sempre, Signore. Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e, dunque, vieni sempre, Signore. Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti: e, dunque, vieni sempre, Signore, Vieni, Tu che ci ami: nessuno è in comunione col fratello se prima non è con Te, o Signore. Noi siamo lontani, smarriti, n sappiamo chi siamo, cosa vogliamo: vieni, Signore, vieni sempre, Signore.
David Maria Turoldo
Solitudine, inquietudine, smarrimento... sembrano contrassegnare l’uomo d’oggi, l’uomo di ‘pena’ dei poeti che ha una sola sconsolante certezza: “ Questo possiamo dire, quello che non siamo, quello che non vogliamo”per citare i famosi versi di Eugenio Montale. E’ un uomo sfiduciato, arreso di fronte al mistero dell’esisteza, senza più un “miraggio”, non più illuminata dalla luce della fede. Semmai la fede è solo quella ingenua degli uomini semplici, che si affidano alla pietà dei santi. Ma il Signore continua ad essere il compagno fedele, silenzioso, della nostra esistenza, presente con il suo amore senza riserve proprio quando il buio, il silenzio, la solitudine, stanno tentando di sopraffarci. Parafrasando i versetti del salmo “ E’ in lui la sorgente della vita, alla sua luce vediamo la luce” (cfr. Salmo 36(35) 10-12)
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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