DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La preghiera del creato

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Se ascoltate i boschi e le montagne nella quiete della notte, li sentirete dire in silenzio: "Dio nostro, è nostra volontà ciò che tu vuoi.

E' nostro desiderio ciò che tu desideri. E il tuo comando trasforma le nostre notti, che sono le tue notti, in giorni che sono i tuoi giorni. Non possiamo chiederti nulla, perché conosci i nostri bisogni, prima ancora che essi nascano: il nostro bisogno sei tu; e nel darci te stesso, ci dai tutto".

Kahlil Gibran

«La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza».(Rm. 8,19-25). S. Paolo lega in questo testo il desiderio e l’attesa della creazione, dell’uomo e, infine, dello stesso Spirito. Ci troviamo dinanzi ad un unico movimento, dove il desiderio della creazione, dell’uomo e dello Spirito converge. Paolo sembra dire che nell’uomo sia presente in modo misterioso il desiderio stesso dello Spirito. Unendosi allo spirito umano, lo Spirito ne diventa la consistenza ultima. Noi siamo chiamati realmente a «diventare Dio stesso» L'anima di ogni uomo ha sete di Dio. Siamo tutti come terra deserta, arida e senz'acqua quando siamo lontani dal Signore. Come dice il salmista la grazia di Dio vale più della vita. Essere in grazia di Dio quanto è importante per noi, per la nostra vita? Essere in grazia vuol dire essere amici, figli adottivi di Dio ed eredi del Paradiso. E solo gli amici e i figli sono degni di entrare in casa di un uomo.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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