Rendimi obbediente
Rendimi, Signore mio Dio, obbediente senza ripugnanza, povero senza rammarico, casto senza presunzione, paziente senza mormorazione...
umile senza finzione, giocondo senza dissipazione, austero senza tristezza, prudente senza fastidio, pronto senza vanità, timoroso senza sfiducia, veritiero senza doppiezza, benefico senza arroganza, così che io senza superbia corregga i miei fratelli e senza simulazione li edifichi con la parola e con l'esempio. Donami, o Signore, un cuore vigile che nessun pensiero facile allontani da te, un cuore nobile che nessun attaccamento ambiguo degradi, un cuore retto che nessuna intenzione equivoca possa sviare, un cuore fermo che resista ad ogni avversità, un cuore libero che nessuna violenza possa soggiogare. Concedimi, Signore mio Dio, un'intelligenza che ti conosca, una volontà che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia, una fiducia che, alla fine, ti possegga.
San Tommaso d'Aquino
Se mi amate, osservate i miei comandamenti… Chi osserva i miei comandamenti, quello è colui che mi ama, dice Gesù. Ma perché è così importante obbedire a Dio? Perché Dio ci tiene tanto a essere obbedito? Non certo per il gusto di comandare. Lui è un Padre che vuole dei figli e non degli schiavi. Questi figli sono chiamati ad amarlo mediante l’obbedienza, perché l’amore è realmente un’affermazione dell’altro, di un Altro. L’obbedienza a Dio è importante perché, obbedendo a Lui, noi facciamo la Sua volontà di bontà e perfezione, vogliamo le stesse cose che Lui vuole, e così realizziamo la nostra vocazione originaria che è di essere “a sua immagine e somiglianza”. Siamo nella verità, nella luce e di conseguenza nella pace. Nell’amore si ascolta la volontà dell’amato e si è lieti di metterla in pratica. L’obbedienza cristiana è libera e liberante. Per questa obbedienza a Dio coincide anche con “il vero bene dell’Uomo”, di ogni uomo. Un monaco agostiniano, che è rimasto anonimo, ha lasciato scritto: «L’amicizia è una virtù, ma l’essere amati non è una virtù, è la felicità». Prima bisogna essere amati, poi si può amare. Prima bisogna essere contenti di essere amati, poi si comunica questo amore pieno di gioia agli altri, osservando il comando dell’amore. L’amore per Cristo è la risposta libera e totale alla scelta originaria che Lui ha fatto di noi, una risposta che non può essere vago sentimento, ma passa attraverso l’ascolto attento della parola di verità che Cristo ci ha annunciato, parola di vita, parola che salva, parola accolta, coltivata nel cuore e poi vissuta. Chi ama veramente il Signore Lo ascolta, Lo segue, si lascia guidare da Lui, perché sa che obbedirgli non è cosa gravosa, ma è segno di amore che dice desiderio, affetto, amicizia, appartenenza. Di più: L’amore è anche il luogo dell’incontro col Padre, il luogo in cui il Padre e il Figlio Gesù pongono la loro dimora: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; il Padre mio lo amerà, e noi verremo da lui e faremo dimora presso di lui”.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
NB: Questa pubblicazione non è a scopo di lucro. Pertanto se qualcuno trovasse qualunque improprietà di pubblicazione o riproduzione nel presente sito è pregato di comunicarlo all'amministratore con un messaggio scritto alla pagina Facebook "www.facebook.com/fratidomenicani". Grazie della vostra collaborazione e segnalazione.