Inno della sera
O Dio, creatore di tutte le cose: tu rivesti il giorno con lo splendore della luce e la notte con la pace del sonno, perché il riposo renda le membra agili al lavoro, allievi la fatica e disperda le preoccupazioni.
Ti ringraziamo per questo giorno, al calar della notte; t'innalziamo una preghiera perché tu ci venga in aiuto. Fa' che ti cantiamo dal fondo del cuore con voce potente; e ti amiamo con amore forte, adorando la tua grandezza. E quando il buio della notte avrà sostituito la luce del giorno, la fede non conosca tenebra anzi illumini la notte. Non lasciar che le nostre anime dormano, senza averti chiesto perdono; la fede protegga il nostro riposo da tutti i pericoli della notte. Liberaci dall'impurità, riempici del tuo pensiero; non lasciare che il maligno turbi la nostra pace.
Sant’Ambrogio
I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina (Lc 24,29), per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto. Con l’orazione che innalziamo come incenso davanti al Signore, e nella quale l’elevarsi delle nostre mani diventa «sacrificio della sera ricordiamo anche la nostra redenzione. E questo si può intendere, con un significato più spirituale, dell’autentico sacrificio vespertino: sia di quello che il Signore e Salvatore affidò, nell’ora serale, agli apostoli durante la Cena, quando inaugurò i santi misteri della Chiesa, sia di quello stesso del giorno dopo, quando con l’elevazione delle sue mani in croce, offrì al Padre per la salvezza del mondo intero se stesso, quale sacrificio della sera, cioè come sacrificio della fine dei secoli.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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