Il filo del vestito
Nella mia comunità Signore aiutami ad amare, ad essere come il filo di un vestito. Esso tiene insieme i vari pezzi e nessuno lo vede se non il sarto che ce l'ha messo.
Tu Signore mio sarto, sarto della comunità, rendimi capace di essere nel mondo servendo con umiltà, perché se il filo si vede tutto è riuscito male. Rendimi amore in questa tua Chiesa, perché è l'amore che tiene insieme i vari pezzi.
Madeleine Delbrel
Vivere in fraternità è una realtà stupenda e faticosa insieme, perché la comunità, luogo di condivisione e di comunione è nondimeno luogo di rivelazione dei nostri limiti. Quando si vive da soli ci si può anche illudere di essere capaci di amare, ma vivendo in comunità ci si rende conto di quanto sia arduo l’amore; come sia facile preferire e scegliere le persone che ci corrispondono, che hanno una certa affinità con il nostro pensiero e con il nostro sentire. “La vita fraterna è la rivelazione delle tenebre che sono in noi” dice J. Vanier. Questa rivelazione è abbastanza difficile da accettare. Ci fa provare la necessità di imparare a gestire l’imperfezione, la fragilità, la debolezza, il fallimento, il peccato. Questa è forse l’impresa più difficile. Sentiamo la fragilità della nostra comunione perché ogni giorno mangiamo il cibo amaro dei nostri dissensi, delle nostre grandi e piccole dispute e rivalità, e questo costituisce la miseria e la croce del nostro vivere la fraternità. Ma “per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte” (Kahlil Gibran).
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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