DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Preghiera per il nome di Maria

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Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!

Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell'ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira o l'avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l'indegnità della coscienza, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare l'esempio della sua vita. Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta.

 S. Bernardo di Chiaravalle

 

Colei che è piena di grazia, ricolmata di favori, benedetta più di ogni creatura, oggetto di amore privilegiato da parte del Signore viene sollecitata a occuparsi delle nostre miserie, riempire il nostro vuoto, rimediare alla nostra povertà. Colei che è stata contemplata dall'Altissimo viene invitata a volgere il suo sguardo in direzione della terra, a posare i suoi occhi su di noi, sui nostri stracci, sulle nostre difficoltà, sulle nostre paure. La donna che si è proclamata serva del Signore si pone contemporaneamente, a servizio delle creature peccatrici. Colei che è stata attenta alla parola non può rimanere sorda di fronte al grido degli innumerevoli figli in pericolo. Maria, in fondo, è sempre colei che ascolta. Ascolta le richieste dall'alto. E dal basso. Ascolta chi è disposto a offrirle tutto e coloro che hanno bisogno di tutto. Il credente avverte il bisogno di chiedere. E, allorché si trova in uno stato di necessità, scopre la propria impotenza, misura i propri limiti, non esita a specificare le richieste almeno quelle essenziali. Nella preghiera di supplica, l'uomo rinnega la propria autosufficienza e imbocca la strada della povertà. L'uomo è salvo nel momento stesso in cui si decide a implorare, impara a chiedere. Il credente avverte il bisogno di chiedere. E, al punto che si trova in stato di necessità scopre la propria impotenza. L'uomo è salvo nel momento stesso in cui si decide a implorare, impara a chiedere. La vera preghiera, è la preghiera dei mendicanti che comprendono l'importanza delle mani vuote. Mendicanti che non rivendicano nulla, non hanno alcuna pretesa da avanzare, non accampano nessun diritto. Niente è loro dovuto. La voce e le due mani nude. Sono più che sufficienti per entrare nel territorio miracoloso della gratuità.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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