Ti ho cercato
Ti ho cercato, o Signore della vita, e tu mi hai fatto il dono di trovarti: te io voglio amare, mio Dio. Perde la vita, chi non ama te: chi non vive per te, Signore, è niente e vive per il nulla.
Accresci in me, ti prego, il desiderio di conoscerti e di amarti, Dio mio: dammi, Signore, ciò che ti domando; anche se tu mi dessi il mondo intero, ma non mi donassi te stesso, non saprei cosa farmene, Signore.
Dammi te stesso, Dio mio! Ecco, ti amo, Signore: aiutami ad amarti di più.
Anselmo d'Aosta
Il Vangelo dell’Epifania presenta tre tipi umani: il cercatore (i Magi), non necessariamente educato alla fede, ma dotato di una mente tanto aperta e di un cuore tanto umile da saper riconoscere i segnali e mettersi in cammino verso la verità; il segnale stradale (Sacerdoti e Scribi), esperto conoscitore della strada, ma tanto ottuso e pigro da non volerla percorrere; l’ipocrita, apparentemente interessato a percorrere la strada, realmente chiuso nei propri interessi. Solo il primo tipo di viaggiatore raggiungerà la meta, troverà il tesoro e non sarà privato di nulla. Perciò i Magi sono un modello per tutti i «cercatori di Dio». Chi cerca, è bene che abbia chiaro l’oggetto della ricerca. Cercare Dio significa dunque innanzitutto aprirsi a Lui per scoprire la sua identità; quindi seguirLo con disponibilità, per vedere dove Egli vorrà condurre chi lo cerca. Il cammino dei Magi non termina nel momento in cui essi mettono piede nella casa e adorano il Bambino. Essi infatti, dopo aver incontrato Colui che stavano cercando, si rimettono in viaggio «per un’altra strada» (Mt2,12): cos’altro rappresenta questa via diversa se non un cambiamento di vita, che è diretta e inevitabile conseguenza dell’incontro con il Signore? E la vita di Andrea e Giovanni non è forse cambiata radicalmente nel momento in cui hanno preso a seguire il Cristo? La ricerca non termina nel momento dell’incontro, ma continua in una modalità nuova, segnata dalla presenza luminosa del Signore.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)