Religione e fede
Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione, piangono per aiuto, chiedono felicità e pane, salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Così fanno tutti, tutti, cristiani e pagani. Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione, lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto n pane, lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte: I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza. Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione, sazia il corpo e l'anima del suo pane, muore in croce per i cristiani e pagani e a questi e a quelli perdona.
Dietrich Bonhoeffer
Solitamente Dio e onnipotenza sono ritenuti sinonimi. Dio si identifica totalmente con la condizione umana e quindi con la sua debolezza. Il tema della debolezza di Dio è estremamente presente nelle riflessione teologica di oggi. Il primo interesse per il cristianesimo deve essere non l'esperienza religiosa dell'uomo, ma quello della salvaguardia e promozione della vita umana, della giustizia. Famosa è la sua affermazione sul compito dei cristiani: pregare e operare tra gli uomini secondo giustizia. Solo passando attraverso il mondo, assumendone pene, sofferenze, contraddizioni, si può entrare in un giusto rapporto con Dio. Occorre poi pensare il cristianesimo a partire dalla coscienza dell'uomo diventato adulto, prescindendo da una visione del mondo costruita a partire dall'ipotesi Dio. L'uomo contemporaneo organizza il mondo come se Dio non ci fosse. L'avvento di una coscienza secolare, nonostante gli attuali ritorni di Dio, si è verificata. Infatti per l'uomo contemporaneo, adulto, Dio non è più un presupposto. Allora come parlare di Dio in termini non religiosi? Inoltre l'uomo contemporaneo ha una visione unitaria della realtà (non più questo mondo e un mondo altro). Da ultimo Bonhoeffer ci invita a diventare umani per diventare cristiani. Gesù non ci chiama ad una nuova religione, ma alla vita. Nell'umanità di Gesù c'è il modello dell'uomo che vive il trascendente.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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