Voglio te solo
Il mio cuore ripete senza fine che voglio te, te solo!
Tutti i desideri che giorno e notte mi distraggono sono falsi e vani fin nel profondo dell'anima. Come la notte cela nelle tenebre la brama che ha della luce così nel profondo dell'esser mio un grido risuona: Voglio te, te solo! E come bufera, che nella sua furia pure ha per meta la pace, così anche il mio spirito ribelle lotta con il tuo amore; e il mio grido è sempre quello: Voglio te, te solo!
Rabindranath Tagore
Il pensiero che sta alla base di tutta l'opera di Tagore è espresso soprattutto in "Sadhana", pubblicazione che raccoglie alcune sue conferenze. Esso si fonda su un panteismo mistico che ha le sue radici nelle "upanisad", antiche raccolte mistico-filosofiche indiane, anche se aperto ad altre tradizioni culturali. Partendo dalla contemplazione della natura, Tagore vede in ogni sua manifestazione l'immanenza di Dio e quindi l'identitã tra l'assoluto e il particolare, tra l'essenza dell’ uomo e quella dell'universo. Questa armonia cosmica viene riprodotta da Tagore nella propria lirica, che è prima di tutto perfetta e sottile musicalità e, nella sua fase più matura (nelle "Gitanjali," raccolta di poesie che gli valse il Nobel nel 1913), canto di lode a Dio, gioioso ritrovamento dell'assoluto attraverso la strada invisibile dell'intuizione. Per il poeta l'amore rappresenta l'esperienza più piena e totale che un individuo possa compiere perché l'incontro tra gli innamorati è l'unione di sacro e profano - anima e desiderio - spirito e corpo.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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