Vegliare
Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia.
Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza.
Jacques Leclerc
L’anno liturgico - dice il teologo Urs Hans von Balthasar - nel Vangelo inizia con una previsione sul ritorno glorioso di Cristo: vedranno il Figlio dell’Uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Natale, sua prima venuta, e Giudizio universale, sua seconda venuta, si devono vedere intrecciati. Il grande spazio di tempo intermedio tra Natale e Giudizio finale non è altro che il tempo lasciatoci per la decisione. L’attenzione del credente più che sulla escatologia futura e definitiva, espressa molte volte con le immagini della letteratura apocalittica, è centrata sulla escatologia già iniziata con la presenza incarnata di Cristo, che non ci consente distrazioni, dissipazioni, sonnolenze, e ci chiede di «levare il capo» nell’impegno quotidiano «per incontrare gli occhi del Cristo che chiama il nuovo mondo alla luce» (Origene). Il Dio della fede cristiana è un Dio «che veglia anziché sorvegliare». Ed è proprio vero, anche nella nostra esperienza quotidiana spesso notiamo che «si sorveglia in nome della legge, ma si veglia in nome della tenerezza» (Jacques Leclerc).
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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