Beatitudini della Strada
Beati quelli che lungo la strada sanno ridere di se stessi: avranno il divertimento assicurato.
Beati quelli che sanno distinguere una montagna dal mucchio di terra scavato da una talpa: si risparmieranno molti fastidi. Beati quelli che sono capaci di riposare e di dormire, mentre gli altri fanno baccano e cercano scuse: dimostrano di essere saggi. Beati quelli che sanno tacere e ascoltare, impareranno ogni giorno cose nuove. Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi troppo sul serio: saranno apprezzati dai loro compagni. Beati quelli che sono attenti alle necessità degli altri, senza però sentirsi indispensabili: saranno seminatori di gioia lungo il cammino. Beati quelli che sanno ammirare un sorriso e dimenticare in fretta una smorfia: la loro strada sarà illuminata dal sole. Beati quelli che pensano prima di agire e che pregano prima di pensare: eviteranno di fare molte sciocchezze. Beati quelli che camminano in silenzio e quelli che sanno cantare con gusto: la loro strada li porterà lontano.
Le beatitudini parlano innanzitutto di Dio stesso. Gesù sa bene qual è l’origine di quelle esclamazioni di gioia che scaturiscono dal suo cuore. Leggere le beatitudini significa leggere anzitutto il cuore di Dio, perché Gesù, pronunciandole, descriveva il cuore di Dio. Quando parla, Gesù parla innanzitutto del Padre. Quando propone le beatitudini alle folle, Gesù svela loro il suo segreto, ciò che ha ricevuto di più prezioso: il cuore stesso di Dio. Le beatitudini parlano innanzitutto di Dio, rivelando che egli è povero, mite. Gesù ci rivela chi è Dio e ci dice che Dio è felice di essere ciò che è: PADRE, amore, accoglienza. E questo è il senso primo delle beatitudini e il loro messaggio fondamentale.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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