Tu non scendesti dalla croce
Tu non scendesti dalla croce, quando per schernirti e per provocarti ti gridavano: "Scendi dalla croce, e crederemo che sei proprio tu!".
Non scendesti perché, anche questa volta, non volesti rendere schiavo l'uomo con un miracolo, perché avevi sete di una fede nata dalla libertà e non dal miracolo. Avevi sete di amore libero, e non dei servili entusiasmi dello schiavo davanti al padrone potente che lo ha terrorizzato una volta per sempre.
Fëdor Dostoevskij
Paolo stabilisce senza possibilità di equivoci che la vocazione specifica del cristiano è la "chiamata" alla libertà: "Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il gioco della schiavitù”(Corinti 5,1). Concetto ribadito subito dopo: "voi, infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà"(5,13). Paolo ha una certa predilezione per questa parola che molti, in campo ecclesiastico e religioso, maneggiano con circospezione, prendendo le dovute precauzioni, come si fa con gli esplosivi, oppure con le malcelata diffidenza, accompagnandola con una serie interminabile di precisazioni, perché la ritengono pericolosa. Paolo stabilisce senza possibilità di equivoci che la vocazione specifica del cristiano è la "chiamata" alla libertà. Paolo ci tiene a mettere in evidenza che l'essere cristiani deriva da un atto di benevolenza e di generosità gratuita accordata a tutti attraverso la morte di Cristo. Il che vuol dire a prescindere dalle "opere della legge”.Inoltre ci tiene a mettere in evidenza che l'essere cristiani deriva da un atto di benevolenza e di generosità gratuita accordata a tutti attraverso la morte di Cristo. Il che vuol dire a prescindere dalle "opere della legge”. Il cristiano non nasce libero, ma viene liberato, e soltanto così diventa libero. Non è lui l'artefice del proprio riscatto (nessun prezzo, sborsato dall'uomo, ha la possibilità di procurare la salvezza), ma c'è un Altro che ha pagato per lui. In questa prospettiva, il cristiano, liberato, non è soltanto libero da, ma per una vita nuova, impostata sull'amore. Ossia, il cristiano è stato fatto libero per amare. Non libero di amare. L'amore non è per lui una possibilità, un optional come se potesse anche non farlo. No, libero per amare, perché l'amore è per lui la legge unica, esclusiva, l'unico imperativo.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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