Quando l'unità passa
Quando l'unità passa, lascia una sola orma: il Cristo.
Ma per costruire l'unità è necessario cedere tutto; senza amare oltre ogni misura, senza perdere il giudizio proprio, senza perdere la propria volontà, i propri desideri, non saremo mai uno!
Chiara Lubich
Una comunità cristiana è un’unità vivente, organica. L’unità è il valore che tutti riconoscono e desiderano. Ma quando si parla di unità, cosa intendono? Generalmente questo: gli esseri umani sono diversi, hanno diverse provenienze, diverse culture, diverse tradizioni, diversi interessi, spesso contrastanti tra loro; se vogliono collaborare assieme, per realizzare un qualche progetto comune, devono accordarsi su una qualche forma di unità: devono stabilire delle regole condivise, devono organizzarsi, devono distribuirsi i compiti, devono sostenersi reciprocamente, devono dialogare. L’unità, insomma, è l’obiettivo primario da realizzare. Gli uomini, dunque, parlano dell’unità come di un obiettivo da realizzare: un obiettivo che dipende dalle capacità organizzative di alcuni e dalla collaborazione di tutti. Nella Chiesa, invece, le cose non stanno così: l’unità non è soltanto un obiettivo da perseguire, non è solo un progetto da realizzare, ma viene prima di ogni altra cosa: c’è già, è un dono che preesiste ad ogni nostro sforzo e ad ogni nostra azione. L’unità tra i cristiani l’ha realizzata Gesù Cristo nella sua stessa persona, a partire da quando ha unito in sé stesso la natura divina e la natura umana. Il Figlio di Dio è venuto sulla nostra terra; ha assunto la nostra carne, ha preso su di sè i nostri peccati e le nostre divisioni; è morto ed è risorto per noi; ci ha dato in cibo il suo corpo e il suo sangue. Tutto per realizzare l’unità tra di noi che si dilata, come dice san Paolo a comprendere tutti, perché la Chiesa di Cristo non è un recinto privilegiato, ma il corpo mistico in cui non ci sono differenze... Questa unità esiste, ed è più forte di ogni apparente divisione. L’unità è insita nelle radici stesse della Chiesa, ed agisce anche quando i cristiani esperimentano ancora la divisione, persino quando si schierano gli uni contro gli altri. Per questo la divisione tra i cristiani ha sempre qualcosa di doloroso, direi di insopportabile, perché non esprime la realtà, la verità, ma soltanto le nostre debolezze e le nostre menzogne.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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