L'ignoranza della Sacra Scrittura
L'ignoranza della Sacra Scrittura è ignoranza di Cristo.
San Girolamo
Non conoscere la Scrittura equivale a non conoscere Gesù Cristo. Non possiamo dire che i cattolici abbiano la consuetudine di leggere e meditare la Bibbia, anche se, dopo il Vaticano II, è più avvertita l’importanza di conoscerla e c’è più impegno per studiarla. La Bibbia è una mediazione tra Dio che rivolge la Parola e l’uomo che legge, come una lettera che gli sia stata inviata. Girolamo è il Padre della Chiesa che più esorta a leggerla. Il dialogo del lettore con le pagine bibliche si concretizza poi in un dialogo con Cristo, perché tutte le Scritture parlano di Lui. La Bibbia perciò è il luogo privilegiato di incontro con Cristo, è il grande sacramentum del Salvatore. Lo studio della Scrittura era pensato da Girolamo come una vera ascesi, cioè come autentico, serio, quotidiano impegno e sacrificio per Cristo e la sua causa. Così scriveva Girolamo del suo amico Nepoziano:“ Con l’assidua lettura della Scrittura e la quotidiana meditazione egli aveva reso il suo cuore una biblioteca di Cristo”. Ai cristiani che talvolta si lamentano del “silenzio di Dio” nella loro vita, San Girolamo ricorda una verità fondamentale: “Quando preghi tu parli allo sposo. Quando leggi la Scrittura è Lui che ti parla”. Dipende da noi dargli la possibilità di parlarci.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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