La disperazione più grave
La disperazione più grave che possa impadronirsi d'una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
Corrado Alvaro
È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. Vivere in una terra come la nostra in cui ci si sente abbandonati e in cui la democrazia con la D maiuscola sembra non avere radici, può portare allo sconforto e far deragliare molte coscienze che nascono libere e disposte al bene. Ma so che la generazione che rappresento non vuole arrendersi ed è alla ricerca di un modello sociale e politico in cui riconoscersi, in cui credere. Non sarà la difficoltà che viviamo a fermarci nell’intraprendere una strada che sappiamo in salita, perché siamo consapevoli che dalla cima della vetta potremo vedere il panorama della libertà grazie alla quale riscattare il dolore di intere generazioni costrette a subire non solo le distorsioni prodotte dalla nostra società calabrese, ma anche quelle che derivano dall’indifferenza di uno Stato che sembra amarci poco. Ho riletto recentemente questo condivisibile monito che ha indugiato a lungo nei miei pensieri traghettandoli verso una logica conclusione. Onestà, altruismo, buona volontà, spirito di sacrificio sono comportamenti che devono essere collocati ai piani alti della nostra considerazione. Virtù silenziose che abbiamo il dovere di riproporre, rivalutare e perseguire. Dedichiamo la nostra considerazione ai molti travet che caparbiamente si logorano, al fine di dare ai loro figli una qualche possibilità in più. Guardiamo con rispetto ai genitori che supportano i figli per farne individui coraggiosi e preparati alle difficoltà del vivere. Diamo credito ai buoni insegnanti, ai medici appassionati e a chi, semplicemente, svolge al meglio il suo lavoro e - nel contatto con l’utente di qualsiasi settore - offre la sua diligente attenzione. Ogni giorno, tenacemente persone generose dedicano con altruismo, gratuitamente il loro impegno indispensabile all’altro. Gente che trae sufficientemente gratificazione dall’ esercizio di comportamenti onesti, dalla loro stessa buona volontà, dalla loro disponibilità. Osservando i giovani sulle ambulanze o in altri settori del vivere quotidiano che, nell’ombra dei giorni, ci indicano percorsi di luce. Impediremo l’accesso al "dubbio che vivere onestamente sia inutile».
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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