DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

Dire la verità

briciole croce

Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.


George Orwell 

Bisogna dunque imparare a dire la verità. Queste parole suoneranno scandalose per chi pensa che sia sufficiente un at­teggiamento morale irreprensibile e che il resto è cosa da nulla. In pratica però l'etica non si può disgiungere dalla realtà, perciò una sempre migliore conoscenza della realtà è parte integrante dell'azione etica. Ma nel caso in esame l'azione consiste in pa­role. Bisogna esprimere in parole il reale. In ciò consiste appunto il parlare veritiero. Ma allora si pone il problema inelu­dibile del "come" parlare. Sì tratta di trovare caso per caso la "parola giusta"; è questione di uno sforzo lungo, serio e sem­pre crescente basato sull'esperienza e sulla conoscenza della realtà. Per dire come una cosa è realmente, ossia per parlare in modo veritiero, bisogna che gli sguardi e i pensieri indaghino in che modo la realtà è in Dio, per mezzo di Dio e per Dio. Esiste una verità satanica. La sua natura consiste essenzial­mente nel negare tutto ciò che è reale, assumendo le apparenze della verità. Vive di odio contro la realtà, contro il mondo che Dio ha creato e amato. Si da l'apparenza di eseguire un giudi­zio di Dio sulla realtà caduta nel peccato. Ma la verità di Dio giudica il creato per amore, invece la verità di Satana lo fa per invidia e per odio. La verità di Dio si è incarnata nel mondo e vive nella realtà, mentre la verità di Satana è la morte di tut­to il reale. Il concetto di verità vivente è pericoloso e fa nascere il so­spetto che sì possa adattare la verità alle diverse situazioni: in questo modo il concetto di verità si dissolve, mentre verità e menzogna si avvicinano fino a confondersi. Ciò che stiamo dicendo sulla necessità dì conoscere la realtà sì potrebbe anche fraintendere nel senso, che la quantità di verità che sono pronto a dire all'altro debba dipendere da un mio calcolo o da un mio atteggiamento pedagogico nei suoi confronti. È importante tener conto di questo pericolo. Ma la possibilità di superarlo sta unicamente nel discernere diversi contenuti e li­miti che la realtà stessa prescrive al mio dire affinché esso sia veritiero. Non è lecito però prendere a pretesto i pericoli in­siti nel concetto di verità vivente per sostituirlo con il con­cetto formale e cinico della verità.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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