Povero fratello Giuda
Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell'anima io non lo so. È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore.
Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po' di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo!" Amico! Questa parola che vi dice l'infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa anche capire perché io l'ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l'amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore...Povero Giuda. Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui. Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda...Io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l'ultimo momento, ricordando quella parola e l'accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni...
Primo Mazzolari
Allora, quale è stato il ruolo di Giuda? Non significativo per la consegna di Gesù, non determinante; avrebbero potuto prenderlo in tantissimi altri modi. Se Giuda non lo avesse fatto, avrebbero trovato un altro sistema. Perché l’ha fatto Giuda? Per soldi? No! Quello che gli danno è una semplice mancia: 30 denari sono lo stipendio di un mese, è un decimo di quel che valeva l’unguento di Betania! Gesù viene valutato un decimo di quell’unguento. Non è un gran guadagno; non si vende un amico per una cifra così bassa. Perché l’ha fatto? Ci deve essere un motivo molto più profondo: Giuda non condivide le idee di Gesù; non gli piace quello stile mansueto, mite; non gli piace quel proporre la debolezza come strada. Anche a Pietro non piaceva quell’atteggiamento. Quando Gesù annuncia che andrà a Gerusalemme e sarà ucciso, Pietro gli dice: «Assolutamente non se ne parla nemmeno» e Gesù gli risponde: «Mettiti dietro di me, satana. Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33). Anche Pietro è un satàn, è un diavolo. Lo dice Gesù, esattamente come a Giuda; la differenza sta però nella maturazione.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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