DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La più importante domanda della vita

briciole croce

Ogni uomo deve decidere se camminerà nella luce dell'altruismo creativo o nel buio dell'egoismo distruttivo.

Questa è la decisione. La più insistente e urgente domanda della vita è: "Che cosa fate voi per gli altri?".

Martin Luther King

"Che cosa posso fare di bene per gli altri? Per la società degli uomini?". Debbo ricordarmi, infatti, che la mia esistenza è essenzialmente sociale; si sviluppa in rapporto con gli altri; ha bisogno degli altri e solo insieme con gli altri può cercare di diventare un'esistenza pienamente 'umana'. Se mi rifiutassi di assumermi la responsabilità degli altri finirei per diventare un parassita, che si nutre della ricchezza di vita della società (cibo, casa, sicurezza, conoscenza, cultura...) ma non intende contribuire a produrre questa ricchezza. Ora, la vita di un parassita può anche sembrare desiderabile perché è una vita che succhia linfa da tutti e non dona nulla a nessuno; ma in realtà è una vita triste, che non riesce a sperimentare e nemmeno a immaginare la gioia di creare, di far vivere, di trasmettere gioia. La gioia infatti non consiste nell’accumulare molto, ma nel produrre qualcosa di degno con ciò che si possiede. L'artista gioisce quando riesce a produrre un'opera nella quale incarna progetti, desideri, sogni, timori e ogni uomo è l'artista della sua vita - tanto più felice quanto più riesce a esprimere se stesso con le parole, i gesti, le relazioni, il lavoro, la conoscenza, gli affetti... Per dare un senso alla vita bisogna inevitabilmente porsi la domanda: "Che cosa voglio fare della mia vita? Quali obiettivi intendo raggiungere?". La risposta a questa domanda è preziosa perché mette ordine nei valori che dirigono le scelte; se so verso dove voglio andare, avrò un criterio prezioso per distinguere quello che è utile (perché contribuisce ad avvicinarmi alla meta) da quello che è nocivo (perché finisce per allontanarmene); quello che è più importante da quello che è meno importante. Potrò anche riconoscere la rilevanza di scelte che, sul momento, possono sembrare non necessarie, ma che aprono delle strade nuove per il futuro. C'è una seconda domanda importante, che specifica la prima: "Che cosa posso fare di bene per gli altri? Per la società degli uomini?". Debbo ricordarmi, infatti, che la mia esistenza è essenzialmente sociale; si sviluppa in rapporto con gli altri; ha bisogno degli altri e solo insieme con gli altri può cercare di diventare un'esistenza pienamente 'umana'. Se mi rifiutassi di assumermi la responsabilità degli altri finirei per diventare un parassita, che si nutre della ricchezza di vita della società (cibo, casa, sicurezza, conoscenza, cultura...) ma non intende contribuire a produrre questa ricchezza. Ora, la vita di un parassita può anche sembrare desiderabile perché è una vita che succhia linfa da tutti e non dona nulla a nessuno; ma in realtà è una vita triste, che non riesce a sperimentare e nemmeno a immaginare la gioia di creare, di far vivere, di trasmettere gioia. La gioia umana, infatti, non consiste nell'accumulare molto, ma nel produrre qualcosa di degno con ciò che si possiede. L'artista gioisce quando riesce a produrre un'opera nella quale incarna un suo progetto, desiderio, sogno, paura... e ogni uomo è l'artista della sua vita - tanto più felice quanto più riesce a esprimere se stesso con le parole, i gesti, le relazioni, il lavoro, la conoscenza, gli affetti.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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