Il vero digiuno
Il nostro vero digiuno non sta nella sola astensione dal cibo;
non vi è merito a sottrarre alimento al corpo se il cuore non rinuncia all'ingiustizia e se la lingua non si astiene dalla calunnia.
Leone Magno
Per il cristiano il digiuno non è prodezza ascetica, né farisaica ostentazione di «giustizia», ma è segno concreto di disponibilità al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual è l’unica cosa necessaria, è compiere un gesto profetico, significativo nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni e crea nuove insoddisfazioni. Prendere le distanze dalle cose futili e vane significa ricercare l’essenziale: affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò riguarda tutto l’uomo ed esprime la conversione del cuore. Rinnegare se stessi (cf Mt 16,24) non è moralismo o mortificazione delle energie vitali, ma è cessare di considerare se stessi come centro e valore supremo. In questo decentramento da sè, Cristo attua ancora la sua vittoria sul male e l’uomo viene rinnovato a somiglianza di Lui.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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