Senza silenzio e senza ascolto
Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l'uso della contemplazione... civiltà del frastuono.
Tempo senza preghiera. Senza silenzio e quindi senza ascolto... E il diluvio delle nostre parole soffoca l'appassionato suono della sua Parola.
David Maria Turoldo
In questa nostra società del rumore, abbiamo poche possibilità e occasioni per stare in silenzio, per ascoltare noi stessi, la nostra voce interiore. Il bombardamento di informazioni, la confusione, l'eccesso di comunicazione sempre e dovunque ci hanno tolto l'abitudine al silenzio, come se il rumore rappresentasse la vita e il silenzio la morte. Così il silenzio diventa estraneo alla vita e ci può far paura. Tacere è un'arte. Parla solo quando devi dire qualcosa che vale più del silenzio. Esiste un momento per tacere, così come ne esiste uno per parlare. Il momento di tacere deve venire sempre prima. Quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potra' parlare rettamente. Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza, ma parlare quando si dovrebbe tacere indica leggerezza e scarsa discrezione. E' sicuramente meno rischioso tacere che parlare. L'uomo è padrone di se' solo quando tace: quando parla appartiene meno a se stesso che agli altri. Quando devi dire una cosa importante, stai attento, dilla prima a te stesso, poi ripetila, per non doverti pentire quando l'avrai detta. Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo. Il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo. Il silenzio può far le veci della saggezza per il povero di spirito. Forse chi parla poco è un mediocre, ma chi parla troppo è uno stolto travolto dalla voglia di apparire. L'uomo coraggioso parla poco e compie grandi imprese: l'uomo di buon senso parla poco e dice sempre cose ragionevoli. Siate sempre molto prudenti, desiderare di dire una cosa è spesso motivo sufficiente per tacerla.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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