DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La felicità più profonda

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L'uomo è fatto per entrare in comunione con Dio e solo in questa comunione può trovare la sua felicità più profonda.

La scoperta dell'amore deve essere in lui non soltanto il risveglio all'amore per un'altra persona umana, ma all'amore di Dio. In particolare, è solo l'entrata in comunione con Dio che può conferire alla gioia la sua qualità più alta. Naturalmente vi sono diversi gradi di felicità, ma quello più alto si trova nell'avvicinamento dell'uomo a Dio. A tutti gli uomini viene chiesto l'amore totale per il Signore, perché solo con questo possono giungere alla felicità per la quale sono stati creati. Il segreto della gioia umana si trova nel segreto di Dio. Dio ha fatto comprendere all'uomo che l'ha creato per la felicità; gli ha rivelato soprattutto come ha salvato questa felicità e come, mediante l'azione della sua grazia, ha promesso una gioia ben superiore a quella richiesta dalla natura umana per se stessa. Con la sua luce, ha pure distolto l'uomo da tutte le illusioni, da tutte le false apparenze di felicità. Infatti, alla fragilità e alle insufficienze della gioia, come si impongono ad ogni esperienza umana, egli ha risposto con il dono della sua gioia divina. Ha voluto che la propria gioia diventasse quella dell'umanità. Dio ha preso l'iniziativa, nella rivelazione, di mostrare all'uomo il vero cammino della gioia.

Jean Galot

Tutti aspiriamo alla felicità. Tutte le nostre scelte, nella vita, hanno un solo obiettivo: la felicità. La vera questione è dunque di sapere se questa felicità è possibile e come. La nostra aspirazione più profonda non è quella di amare e di essere amati ? Le ferite d'amore non sono forse quelle che ci colpiscono più profondamente? Ma è anche nell'amore che possiamo trovare una felicità vera e durevole. E questa non si riduce semplicemente ad una soddisfazione personale, ma è innanzi tutto il dono libero di se stessi all'altro. Ciò non significa che il piacere, i beni materiali, la vita sociale non possano contribuire alla felicità; sono tutti elementi che qualificano realmente la nostra vita, ma in se stessi non sono capaci di riempirci. La nostra felicità e la nostra gioia stanno nel dono di noi stessi e nell'amore che riceviamo dall'altro. Una tale felicità, che è meravigliosa, rimane comunque fragile in quanto sottoposta ai nostri limiti umani: quante volte ci sorprendiamo a cercare il piacere personale, a voler possedere, dominare! E la nostra società consumistica tende ad aumentare in noi la fuga verso comportamenti individualisti. Una maldestra ricerca della felicità, che dà molto sovente origine a situazioni di conflitto con gli altri e a disillusioni, anche se non sempre osiamo ammetterlo... D'altra parte, anche in un amore autentico, si sente come un limite il fatto che la gioia dello stare insieme non è perfetta, che il nostro cuore aspira a qualcosa di ancora più grande. Il nostro cuore è fatto per un amore infinito, e solo un amore infinito potrà colmarlo. «Per te ci hai fatti, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te», diceva sant'Agostino (Le Confessioni I, 1).

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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