La morte non è nulla
La morte non è nulla. Non conta. Io me ne sono solo andato nella stanza accanto. Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il vecchio nome familiare. Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Sorridi, pensa a me e prega per me. Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima. Pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: È la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Cos'è questa morte se non un incidente insignificante? Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Va tutto bene; nulla è perduto. Un breve istante e tutto sarà come prima. E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!
Henry Scott Holland
La morte ha condizionato nei secoli la vita degli uomini, è stata l’elemento fondante delle religioni, ha avuto un ruolo caratteristico nel pensiero filosofico, è stata l’ispirazione per molti scrittori e artisti. In sintesi, il fatto è che la morte - grande mistero esistenziale - ha sempre spaventato l’umanità e quindi tutte le civiltà ne hanno fatto l’argomento centrale della propria natura. Rispetto agli atei, i seguaci di culti orientali, l’ebraismo e l’islam, i cristiani considerano la morte in modo del tutto particolare. Eccetto gli atei che credono che la morte sia la fine totale e irrimediabile della vita dell’individuo, chi professa una qualsiasi religione è certo che l’anima sopravvive alla morte. Noi cristiani, però, siamo rassicurati sulla redenzione e sulla salvezza dal Cristo, nostro Dio fatto uomo, che con il suo insegnamento ci ha indicato direttamente - senza avvalersi di intermediari - la via della verità e con la sua passione, morte e risurrezione ci ha garantito un’altra vita dopo il trapasso. Infatti, per il cristianesimo l’Evento Pasquale è l’elemento fondatore che sta al centro del Credo e alla base di tutta la nostra fede. E’ di questo evento che “si fa memoria” ogni volta che si celebra l’Eucarestia. Ed è la risurrezione di Gesù da morte che genera nell’uomo la speranza, virtù teologale coesistente con la fede e la carità, che anche tutti noi supereremo il peccato e la morte per raggiungere, tramite Cristo, il Padre. L’aura liberatrice portata da Gesù, se pure in sintonia con le antiche promesse che Dio aveva fatto ai Profeti nell’Antico Testamento, si rivolge in modo radicale e perentorio non a un popolo, ma a tutti gli uomini, chiamati uno a uno. “Dio, nostro salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1Tm 2,4-6). Semplice passaggio, la morte, tutt’altro che definitivo e drammatico.
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)
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