DOMENICANI

Sia santificato il tuo nome, non il mio. Venga il tuo regno, non il mio.

Sia fatta la tua volontà, non la mia. Donaci pace con te pace con gli uomini pace con noi stessi e liberaci da ogni timore.

Dag Hammarskjöld

L’amore di Dio è’ l’amore disinteressato, solidale, diretto a ogni uomo che trasforma la comunità cristiana in un involucro che svela al mondo intero il volto del vero Dio. La prassi missionaria di Gesù è sempre caratterizzata dalla accoglienza degli esclusi. Non si tratta semplicemente di compiere delle azioni buone, ma di un modo di esistere che coinvolge la persona nella sua totalità. Lo sguardo largo di questa preghiera sottolinea la signoria universale di Gesù e di conseguenza l’universalità della missione dei discepoli. In un tempo in cui si moltiplica l’ingiustizia per quanti non hanno la possibilità di sfamarsi, il “nostro pane quotidiano”, la richiesta più umile fra le domande del Padre Nostro, diventa pegno e dovere di solidarietà, perché la carità non può tollerare che vi siano fratelli nell’indigenza. L’uomo è debitore per essenza. La domanda del perdono è perciò il modo giusto di stare davanti a Dio, nella preghiera come nella vita quotidiana. Quale che sia il significato del “come”, il perdono ai fratelli è di assoluta importanza e si collega con quello di Dio in senso stretto e necessario. La prova di cui si parla non è semplicemente quella dell’uomo in generale, ma quella del discepolo, del missionario che ha fatto del Regno l’unica ragione della sua vita. Il cristiano sa che il male che c’è nel mondo e nell’uomo non si spiega soltanto con la cattiveria dell’uomo. E sa che va combattuto a partire dal cuore stesso dell’uomo.

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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