DOMENICANI

Provincia Romana di S. Caterina da Siena

La Perla che siamo noi

l regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Mt 13,45-46

 

Questo mercante che cerca perle preziose sarà stato una figura familiare ai contemporanei di Gesù, meno forse per noi, abituati più che a trovare perle e a vendere tutto per esse, a indebitarci anche fino a trent’anni per una casa, barcamenandoci tra mutui con tasso d’interesse di vario genere.

Per avvicinarci a questo Regno dei Cieli-mercante, potremmo però fare un viaggio nel tempo e andare all’estate del 1984, quando Antonio Juliano, ex centrocampista e dirigente del Napoli, si reca per un mese a Barcellona, sul campo della squadra omonima, per visionare un giovane attaccante argentino. Torna nella città partenopea con il cuore a mille dall’emozione per aver trovato una perla che avrebbe portato la società napoletana al tanto atteso scudetto.

Paolo Sorrentino nel suo film «E’ stata la mano di Dio» racconta la vicenda facendo rispondere al telefono il padre del protagonista nel bel mezzo della notte e di una lite familiare. E’ il suo collega al Banco di Napoli che non ha resistito a comunicargli subito che aveva appena preparato fideiussioni bancarie per 13 miliardi di lire: il Napoli aveva comprato Maradona, senza avere neanche la liquidità per firmare il contratto.

Il protagonista del film e suo fratello non stanno più nella pelle per quella notizia, così tanto attesa, che sembravano un sogno irrealizzabile.

Questa storia di sport, ormai entrata nella leggenda, ci avvicina a comprendere quanto ciascuno di noi potrebbe essere quella perla ricercata dal Regno dei Cieli, ciascuno di noi potrebbe essere Maradona, e quell’uomo che va pieno di gioia per la scoperta è sempre il Regno dei Cieli che scoppia di emozione per noi.

E se l’ing. Ferlaino, allora presidente, fece carte false (qualcuno sospetta che le abbia fatte anche in senso strettamente letterale) per avere Diego, che cosa «vende» il Regno dei Cieli per «comprarci»? Tutti suoi averi.

E che cosa possiede il Regno dei Cieli? Cristo stesso.

Il Regno dei Cieli non ha una Banca alla quale chiedere prestiti. C’è però il Tesoriere, che è il Tesoro stesso: la Trinità.

Sì, per avere noi, per la nostra salvezza, per averci con Lui, Cristo si è «venduto» incarnandosi ed è sceso nel nostro campo, perché con Lui tornassimo al Padre, senza patire nessuna sconfitta, ma vincendo sempre.

Questa è la vittoria più grande, per la quale i nostri cuori dovrebbero esultare ben di più di quelli dei tifosi del Napoli.

Anzi, è lo stesso Regno dei Cieli, la Trinità stessa che esulta, e riempie lo stadio dell’eternità per noi, del resto: «Vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

A noi è richiesto di farci trovare nel grande campo del mondo da quel grande scopritore di talenti che è lo Spirito Santo e lasciarci portare da Lui, la vera mano di Dio, verso il gol più importante della nostra vita: essere anche noi nello stadio dell’eternità, nei Regno dei Cieli, per poter scoppiare in lacrime di felicità dicendo: «La mia gioia è piena alla Tua Presenza»

 

 

suor Pamela M. Giacinta Colombo OP

 

 

 

 

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