“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”
Ascendendo al cielo (domenica scorsa) Gesù invia i suoi discepoli e invia ciascuno di noi: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli …” Mt 28,19.
Ma come possiamo? Ancora dubitiamo, stiamo aspettando che risolvi i nostri problemi, preferiamo guardare il cielo perché questo mondo non ci capisce, lo temiamo, ci contrasta. Come i discepoli abbiamo paura e ci sentiamo più sicuri restando nelle nostre zone di conforto, quelle che conosciamo meglio, in cui ci muoviamo con disinvoltura, che ci danno sicurezza, che ci fanno stare tranquilli, e, di cui, per protezione, teniamo le porte chiuse.
Ascende il Signore tra canti di gioia
Coloro che si recano in Pellegrinaggio a Gerusalemme come arrivano sul Monte degli Ulivi, trovano una piccola chiesetta, quasi una cappella, delimitata da un alto muro.
Pazientemente si attende che il proprietario, un arabo palestinese, apra la pesante porta in ferro e permetta l’accesso in questo recinto.
La tradizione narra che in questo luogo si compì l’ultimo atto della vita terrena del Cristo.
FIORE DI MAGGIO
“Tu che sei nata dove c’è sempre il sole
Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l’hai dentro al cuore
Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio è nato un fiore”…
Chi non ricorda questa splendida canzone di Fabio Concato? Il titolo ed il testo di questa vera e propria poesia in note mi riporta, sempre, alla nostra cara Tilde Manzotti.
Perché è nata in maggio. Perché nel cuore aveva il sole dell’Amore. Perché si è tuffata nell’Oceano dell’Amore da uno scoglio per molti quasi inaccessibile, quello del dolore e della sofferenza. Tuffandosi si è inabissata in un mare tempestoso e, come Giona, ad un certo punto è stata inghiottita da un grosso pesce. A prima vista può sembrare un azzardo equiparare l’esperienza mistica di Tilde a quella di Giona, ma in realtà le loro storie paiono coincidere.