“Mi hai chiamato, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità”
“Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio-. (Is 40,1) così si apre la Liturgia della Parola in questa seconda domenica di Avvento, un grido di speranza che riecheggia nei cuori di una umanità afflitta e stanca; Dio stesso rassicura e incita la sentinella ad alzare la voce con forza: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza … Ecco, egli ha con sé il premio”(Is. 40, 9 -10)
Avvento: Evento che si colloca all’origine del nostro tempo
Un senso di straniamento si insinua leggendo le scritture di questa domenica 3 dicembre. Lo “straniamento” è una tecnica letteraria per cui la percezione della realtà che viene descritta, è plasmata per far scoprire al lettore lati non detti esplicitamente, modificando e ampliando il significato più ovvio del testo. Infatti, oggi, pur essendo l’inizio dell’anno liturgico, ovvero il capodanno, viene proposto alla nostra attenzione l’ultima parabola del vangelo di Marco. Questa fa parte del capitolo 13 conosciuto come “discorso escatologico”; cioè discorso sugli ultimi tempi (dal gr. éskhatos ‘ultimo’ e – logos). Infatti subito dopo questa parabola, Marco, inizia il racconto della passione, morte e resurrezione di Gesù.