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Il tempo

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Il tempo è senza fine nelle tue mani, mio signore. Non c’è nessuno che conti le tue ore.

Passano i giorni e le notti, le stagioni sbocciano e appassiscono come fiori. Tu sai attendere. I tuoi secoli si susseguono per perfezionare un piccolo fiore di campo. Noi non abbiamo tempo da perdere, e non avendo tempo dobbiamo affannarci per non perdere le nostre occasioni. Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo. E così il tempo passa, mentre io lo dono a ogni uomo querulo che lo richiede, e il tuo altare è del tutto vuoto. Alla fine del giorno m’affretto per paura che la tua porta sia chiusa; e invece c’è ancora tempo.

Rabindranath Tagore

Il Regno al primo posto. Gesù indica due criteri: “Cercare prima il Regno di Dio” e “Non preoccuparsi per il domani”. Cercare in primo luogo il Regno e la sua giustizia significa cercare di fare la volontà di Dio e lasciare regnare Dio nella nostra vita. La ricerca di Dio si traduce, concretamente, nella ricerca di una convivenza fraterna e giusta. Dove c’è questa preoccupazione per il Regno, nasce una vita comunitaria in cui tutti vivono da fratelli e sorelle e a nessuno manca nulla. Allora non ci si preoccuperà del domani, cioè non ci si preoccuperà di accumulare. Cercare prima il Regno di Dio e la sua giustizia. Il Regno di Dio deve stare al centro di tutte le nostre preoccupazioni. Il Regno richiede una convivenza, dove non ci sia accumulazione, ma condivisione in modo che tutti abbiano il necessario per vivere. Il Regno è la nuova convivenza fraterna, in cui ogni persona si sente responsabile dell’altra. Questo modo di vedere il Regno aiuta a capire meglio le parabole degli uccelli e dei fiori, perché per Gesù la Provvidenza Divina passa attraverso l’organizzazione fraterna. Preoccuparsi del Regno e della sua giustizia è lo stesso che preoccuparsi di accettare Dio Padre ed essere fratello e sorella degli altri. Dinanzi all’impoverimento crescente causato dal neoliberalismo economico, la forma concreta che il vangelo ci presenta e grazie alla quale i poveri potranno vivere è la solidarietà e l’organizzazione. L’eternità di Dio e il suo concetto che egli ha voluto mettere nel cuore dell’uomo si scontrano con la caducità del nostro tempo. Il nostro è costituito dal rapido fluire di momenti che ci impegnano, distraggono, assillano fino a non averlo per Dio. Ma Dio non si può racchiudere in un momento che passa e scompare. Questa è la sua misericordia: quando capiamo che il nostro tempo, fosse pure un attimo solo, si deve dilatare sulla misura del suo. Ci consola allora pensare che c’è ancora tempo, perché Lui ci aspetta.Gesù con la sua venuta ha fatto entrare l’eternità nel tempo che scandisce la vita dell’umanità. I tempi sono “compiuti” con lui ( Mc 1,15) e con lui noi stessi siamo partecipi di questo definitivo capovolgimento. Il nostro tempo, se vogliamo, può diventare in ogni momento quel tempo futuro preannunciato. La nostra vita “banale”, se siamo attenti alla voce di Dio, si trasforma e si vivifica nel suo nome.

 

(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)

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